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Besazio

Besazio, menzionato sin dal 1254, sorge in un luogo abitato già nell’Antichità, come comprovato dal rinvenimento di numerosi reperti archeologici risalenti all’epoca romana o all’Alto Medioevo. Secondo la tradizione popolare, il nome del villaggio (anticamente Besatium o Bexatio, poi Besatio nel 1335 e successivamente, dal XV al XVIII secolo, Besaccio) riecheggia per assonanza “Belsasso” e fa riferimento al marmo estratto nelle cave presenti sulle pendici del Monte San Giorgio. In particolare al tipo di roccia detto proprio “Marmo di Besazio” una sorta di “Macchia Vecchia” dalle tonalità più rossastre.

 

La “piccola Siena del Mendrisiotto” – come la definì la scrittrice bellinzonese Bianca Colombi – ottenne la propria autonomia religiosa nel 1579, a seguito della separazione dalla Pieve di Riva San Vitale e con l’elezione a chiesa parrocchiale dell’edificio dedicato a Sant’Antonino, costruito sull’omonimo promontorio al di fuori del paese e che già aveva ospitato una torre di segnalazione con annessa caserma di guardia. Solo nel XVII secolo l’oratorio della Madonna del Rosario – ristrutturato e rinominato chiesa dell’Immacolata nel 1664, poi completamente riedificata alla fine del XVIII secolo – divenne (e lo è ancora oggi) parrocchiale.

 

Per tutto il Medioevo ed oltre, l’economia di Besazio si basò sull’agricoltura, sull’emigrazione stagionale (soprattutto di manodopera che praticava l’arte muratoria) e, naturalmente, sull’estrazione del marmo, una pratica che diede vita a diverse piccole industrie sparse in tutta la regione.

 

Dopo un calo demografico rilevato nella prima metà del XX secolo, negli ultimi decenni la popolazione di Besazio ha ricominciato a crescere e l’ex comune – ora aggregato come quartiere alla Città di Mendrisio – svolge oggi una funzione prevalentemente residenziale.

Caratteristiche

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