Della primitiva chiesa si è conservato l'antico coro, ora adibito a sacrestia, le cui parti sono decorate da affreschi tardo gotici del sec. XV.
L'elemento architettonico più importante all'esterno è la minuscola torre campanaria di origine romanica che fu rialzata nel 1729. La facciata fu restaurata tra il 1796 e il 1799 da Carlo Nosetti .
L'interno, a navata unica, assai luminoso grazie al sopraelevamento delle pareti, e suddiviso in quattro campate; le pareti del coro, l'attuale sacrestia, sono affrescate secondo il tradizionale modello iconografico presente nell'arco alpino fin dall'età romanica: Majestas Domini tra Evangelisti, gli Apostoli. Nelle vele del vecchio arco trionfale frammentarie figure dell'Annunciazione, sopra le volte del presbiterio altri due frammenti di Madonna in trono e Madonna del latte attribuiti ad Antonio da Tradate.
Gli stucchi della nuova cappella maggiore, di gusto cinquecentesco, sono forse del pittore gambarognese Antonio Balestra.
Molto interessante la scultura in legno della seconda metà del Quattrocento che rappresenta San Giorgio che uccide il drago e che si trovava un tempo sulla facciata.