La Valle Bavona si apre dopo i villaggi di Bignasco e Cavergno e conta dodici nuclei abitativi chiamati "terre", undici in territorio di Cavergno e uno, San Carlo, in quello di Bignasco. Situati sul fondovalle, essi distano un chilometro circa uno dall'altro. La valle era probabilmente già abitata verso l'anno Mille; le catastrofi naturali (alluvioni, frane, scoscendimenti) indussero però i suoi abitanti ad abbandonarla quale residenza stabile.
Dal Cinquecento fin verso la metà del XX secolo le terre della Val Bavona continuarono ad essere abitate nel periodo da aprile a novembre, in modo da sfruttare i pascoli e gli alpi. Isolata e percorsa fino agli anni '50 solamente da una mulattiera (l'inaugurazione della carrozzabile risale al 1962), questa valle ha mantenuto le sue caratteristiche architettoniche, almeno là dove frane o alluvioni non hanno infierito. Il paesaggio è profondamente segnato da questi eventi e i grossi macigni che si incontrano testimoniano la furia della natura.
Ogni nucleo ha una sua caratteristica in quanto l'uomo ha dovuto, in questo territorio particolarmente difficile, adattarsi all'ambiente più che altrove. Le case, qualche volta di origine assai antica, sono vicine una all'altra; stalle, porcili, legnaie sono addossate alle abitazioni.
In ogni nucleo, spesso al centro, si trova un oratorio, costruito non di rado con il contributo degli emigranti. E' d'obbligo consigliare una visita alla cascata di Foroglio, che si getta nella valle da una roccia alta 80 m, e alla Val Calnegia, che può essere raggiunta da Foroglio. Un sentiero didattico sul tema «La transumanza nella Val Bavona» inizia nei villaggi di Cavergno e Bignasco, segue il fondovalle e conduce gli escursionisti in più tappe fino alla Terra di Foroglio, Pontido e, attraverso la Val Calneggia, fino agli alpeggi situati a più di 2000 metri di altitudine.
La storia della Val Bavona, come quella di altre valli alpine, è fortemente caratterizzata dalle transumanze. Nella Val Bavona, questa usanza è ancora molto radicata, come le tracce lasciate dalle popolazioni locali.