Il Ticino degli anni 70

Sono appena sbolliti gli smottamenti del Sessantotto, con i danni (e con) le opportunità e le riforme, in Ticino si muovono idee e crescono opere.


Sul piano politico, il confronto dei partiti storici (liberali, popolari democratici, socialisti), con la forza nascente e di opposizione del PSA, costola dissenziente dei socialisti sulla sinistra, di ispirazione marxista. Il PSA, forte di alcuni carismi indubbi e di personalità (citiamo soltanto Pietro Martinelli e Werner Carobbio), comincia comunque una rincorsa al governo per uscire dalla pura opposizione (ci riusciranno solo nel 1987). Sul nostro territorio, pezzetto, per pezzetto sta nascendo il nuovo nastro autostradale che velocizzerà l’attraversamento delle nostre terre, (ma anche) l’arrivo da noi e toglierà traffico dagli agglomerati.

Nel 1976 cade l’ultimo diaframma della galleria autostradale del San Gottardo. Era una rivendicazione, è diventata una conquista. Sarà inaugurata nel 1980 e aprirà una nuova epoca.

Intanto fervono grandi cantieri. Gigantesca è l’opera di depurazione delle acque, che renderà di nuovo balneabili i nostri laghi. Nei piani del Vedeggio, di Magadino e del Mendrisiotto nascono fabbriche, aziende, commerci, con nuova vitalità economica (e qualche danno ambientale). Lo storico e psicologico passaggio del Monte Ceneri si accorcia con la nuova strada veloce (poi arriverà la galleria). Sorge il nuovo centro televisivo di Comano, nasce la scuola media con le sue molte sedi locali, il liceo cantonale unico si moltiplica e il festival del film di Locarno si ingrandisce, inaugurando l’arena aperta di piazza Grande e si fa notare nel mondo.

Alcuni nostri architetti di grande valore firmano opere pubbliche e private che segneranno il territorio accanto agli antichi monumenti del passato: ai “vecchi” maestri Tami e Camenzind si affinano alcuni nomi nuovi, i quali vengono anche raggruppati e presentati in una mostra che sancisce in modo ufficioso ma significativo una certa idea di “scuola ticinese” di architettura.

Al Monte Verità di Ascona si rilancia, nel solco di una lunga storia, il richiamo di correnti artistiche e culturali internazionali. Soffiano nuovi venti culturali.

Insomma il Ticino cresce, cammina.

Di pari passo cresce la forza della piazza finanziaria ticinese. Le banche di Lugano e anche quelle della zona di frontiera incontrano i flussi di cospicui capitali in entrata: la tranquilla sicurezza e la tradizione elvetica attirano interessi internazionali. Il settore terziario cresce e porta balzi di sviluppo economico e sociale. Nella seconda metà degli anni ’70 tuttavia, il cosiddetto scandalo di Chiasso (l’enorme buco al Credito svizzero, i traffici della società Texon con capitali non del tutto trasparenti, l’enorme rumore mediatico) scuote l’opinione pubblica e provoca anche un piccolo terremoto politico. E’ un avvertimento: la grande crescita economico-finanziaria comporta anche dei rischi e impone una attenzione etica e di rispetto delle regole. La lezione sarà preziosa negli anni ’90 e 2000, anche se non tutti la capiranno in tempo.

La politica turistica subisce alcune scosse benefiche e inevitabili. A metà anni ’70 entra in governo a dirigere il Dipartimento competente il giovane politico Flavio Cotti, che affronta il tempo delle riforme; nasce il nuovo Ente Ticinese per il Turismo, primo direttore è un giovanissimo e dinamico laureato in scienze politiche, Marco Solari, ticinese cresciuto a Berna ma legatissimo alla nostra terra e con esperienza turistica all’estero. Svecchierà le stanze chiuse, capirà che la promozione e la coordinazione turistiche attendono vie nuove e saprà dare immagini eloquenti di queste mutazioni con una simbolica efficace. Le vecchie icone di camelie e zoccoletti e boccalini hanno ormai un’aria museale, nasceranno nuove idee, immaginazioni.

Alla fine degli anni Settanta c’è qualcosa di nuovo nella bellezza antica di un paese che ha valori di radici, storia e natura, ma anche una vitalità potente con sguardo aperto al domani.