Ticino terra di laghi
Anni Ottanta - Approfondimento
Terra d’artisti, il Ticino, d’accordo. Ma anche terra di laghi. La fisionomia estetica, paesaggistica e turistica della Svizzera italiana è legata anche ai suoi specchi d’acqua: il Verbano, il Ceresio, con le loro città, borghi, villaggi, rive, spiagge, attracchi. Con le sue vedute, i sui punti d’orizzonte. Poi c’è il laghetto di Muzzano, poi ci sono i laghi alpini, a decine, sparsi sulle nostre montagne. La Svizzera è un paese senza mare ma anche un paese d’acqua: conta 7000 laghi e laghetti alpini, migliaia e migliaia di fiumi, torrenti e cascate.
Il Ticino, appunto, ha i suoi due grandi laghi e poi la costellazione dei laghetti. Ha fiumi (oltre il Ticino, il Cassarate, il Vedeggio, il Breggia, la Morobbia, il Brenno, i fiumi delle valli locarnesi, delle valli luganesi), torrenti e cascate. L’acqua per il Ticino è stata ed è anche petrolio trasparente e pulito, fonte di energia. I grandi bacini del Luzzone, di Malvaglia, della Verzasca, del Naret, del Ritom e gli altri laghetti che sono bacini di forze idroelettriche costituiscono fonte d’energia indispensabili.
Le acque ticinesi hanno vissuto, negli anni Settanta e Ottanta, la grande purificazione dei giganteschi lavori di depurazione, che hanno reso completamente balneabili i lidi e le spiagge e ripulito tutte le acque del cantone. I laghi come attrazione turistica sono essenziali per la vocazione ticinese. In riva al Verbano, ad Ascona ma anche altrove, sono convenuti in oltre un secolo ospiti, turisti, personaggi, personalità e correnti culturali da ogni dove.
Il richiamo della bellezza paesaggistica ai bordi dei nostri laghi è in qualche modo il marchio più diretto, il primo che viene alla mente, fra i molti punti di attrazione che le nostre terre sanno offrire. Il paesaggio luganese (il lago che riflette i panettoni dei due monti e il bordo delle colline) ha un’eco di Rio de Janeiro, con più minuta e quieta grazia. I borghi sulle rive del lago - Gandria, Morcote, Brusino e altri - specchiano nell’acqua la loro bellezza antica e pittoresca (nel senso buono, autentico del termine). Altrettanto dicasi della costa del Gambarogno, di quella locarnese, del braccio ceresiano che va verso Ponte Tresa.
E poi ci sono tutti gli altri spicchi e specchi d’acqua, i torrenti verdi e profondi fra le pietre scavate dai ghiacciai (a Ponte Brolla, sul Breggia, altrove), i mille pozzi d’acqua montana. E i laghetti alpini. Essi sono stati censiti, mappati, presentati in una serie di pieghevoli che, nel corso di due decenni, sono stati distribuiti, in Ticino, in Svizzera e all’estero, in un numero che sorpassa il milione.
Lungo i sentieri alpini sono state e sono decine di migliaia i turisti montani che hanno raggiunto e raggiungono gli specchi azzurri dei nostri laghi alti: fra i moltissimi spicca la costellazione dei laghetti della regione del Ritom e di Piora, zona notissima per la sua flora eccezionale, per i suoi pascoli d’altura del rinomatissimo alpeggio che produce il formaggio Piora, per la sua decina di laghetti e minuscoli laghi che ne fanno un luogo paesaggistico, naturale e turistico d’eccezione.
Ticino terra di laghi, dunque. Terra d’acqua. Una simbolica evocazione di limpidezza, trasparenza, chiarità, bellezza...