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Peccia - Ghiéiba (it. 5.1)

A Peccia, appena oltre il ponte sulla Maggia, si prende la stradina accanto agli stabilimenti per la lavorazione del marmo per scendere al Grotto Pozzasc. Un antico mulino alimentato dalle sue acque, recentemente trasformato in grotto, consente di ammirare questo angolo di natura che ha mantenuto il suo fascino selvaggio. Oltre il grotto si avanza, senza attraversare il fiume, su un terreno che conserva evidenti tracce di un'intensiva bonifica. Alle spalle di una bella stalla intonacata si risale a Veglia. Proseguire ora in direzione della valle senza salire sulla strada; una cappellina al margine dei prati indica l'imbocco del sentiero, che prende qui la vecchia mulattiera, unico accesso alla valle fino al 1949: essa attraversa poco più avanti il riale della Bavorchia. All'uscita del bosco vi sono alcuni rustici ed una cappellina. All'altezza della curva all'entrata della frazione di Cortignelli il sentiero ritrova la carrozzabile, che si segue fino a San Carlo e a Piano di Peccia. Qui gli impianti idroelettrici hanno contribuito a frenare il dissanguamento demografico e questa località costituisce attualmente la frazione più popolosa del comune di Peccia. Volgendosi indietro prima di incamminarsi nella valle lo sguardo attratto dalle piramidi del Pizzo Madàs e della Corona di Redorta. Oltre Piano di Peccia mantenersi sulla sponda sinistra e passare attraverso la piccola frazione di Sant'Antonio: una stradina agricola dapprima e un comodo sentiero in seguito permettono di evitare la sterrata, che ritorna sul versante sinistro solo in prossimità di Ghiéiba. È sul ripido versante di fronte a Ghiéiba che viene estratto il marmo di Peccia, apprezzato sia per le sculture che nell'edilizia. Qui la valle si biforca: a est si apre la valle di Sròdan, con il Rifugio Poncione di Braga, a nord si continua invece verso l'Alpe della Bolla e il Naret.
  • Flavio Zappa