A monte di Foroglio si apre la Val Calneggia. Superato il ripido scalino che porta in cima alla cascata, questa valle presenta dapprima uno sviluppo di circa tre km con un dislivello di soli 200 m. Essa è sovrastata da cime impervie e da altissime pareti levigate dai ghiacci. Sembra impossibile che le piccole mandrie in attesa di raggiungere gli alpi di Crosa, Formazzöö, Orsalia e Orsalietta trovassero pascolo nel fondovalle, soffocato dalla boscaglia, devastato dalle alluvioni e cosparso di pietraie. Eppure i tre maggenghi che si attraversano testimoniano un'intensa attività. Il primo, Puntid, appena oltre la bella (e pericolosa!) gola che precede il salto del fiume, coi suoi prati falciati, le sue baite accoglienti e il suo bel ponticello, è l'unico che presenti ancora qualche tratto gentile, mentre Gerra e Calnègia sono di una severità e di una rusticità che mettono i brividi. Vale tuttavia la pena soffermarvisi; a Gerra, che deve il nome all'ampia pianura alluvionale, domina incontrastata la pietra: macigni ciclopici, sotto i quali l'uomo ha scavato abitazioni trogloditiche (splüi) o cercato il fresco in cui conservare i prodotti di tante fatiche, latte e latticini, in attesa del trasporto a valle. Anche a Calnègia vi sono numerosissime cantine, scavate sotto blocchi che non affiorano quasi mai dal terreno. Oltrepassando il riale di Formazzöö il sentiero si fa gradatamente più ripido con faticose scalinate che risalgono un canalone fino al terrazzo di Gradisc. Qui si stacca verso sud l'itinerario che porta a Bosco Gurin attraverso l'Alpe e la Bocchetta di Formazzöö. Per i laghi occorre invece oltrepassare le cascine e innalzarsi per piccoli dossi, depressioni e promontori fino all'elevazione che li sovrasta; è sconsigliato, a causa delle frequenti cadute di pietre, il sentiero vecchio, che risale i pascoli ai piedi del Madone di Formazzöö.