Le feste di sant'Antonio da Padova e dei santi Pietro e Paolo (13 e 29 giugno) precedevano di poco la salita sugli alpi ed erano l'occasione per propiziarsi la stagione facendo un'offerta alla chiesa e per prendere gli ultimi accordi in vista dell'imminente partenza.
Riti e usanze diverse erano legati alla figura di san Giovanni Battista, di cui si celebra la natività il 24 giugno; in quel giorno si raccoglievano erbe medicinali e le noci verdi per il ratafià.
Per san Lucio, protettore dei casari, sul calendario il 12 luglio, gli abitanti della Val Colla e della Val Cavargna si trovavano sul passo omonimo. Numerose sagre erano legate alla Madonna: da quelle conosciutissime della val di Blenio a quella dell'Assunta, detta anche la Madonna "da mezz avost" perché cade il 15. Un po' ovunque si celebrava la festa e si accendevano falò in piazza o sui monti.
Il 10 agosto si ricordava San Lorenzo, patrono della diocesi, e il 16 san Rocco, protettore in caso di malattie infettive. Il suo culto é presente in molti villaggi e si spiega con il fatto che il Ticino conobbe in più occasioni epidemie di tifo, vaiolo e persino colera, causate dalle scarse misure igieniche e dai forti flussi migratori che lo attraversavano.
Le ricorrenze di san Bartolomeo e di sant'Abbondio (24 e 31 agosto) segnavano la fine della fienagione e la discesa dagli alpi, e, in un certo senso, la fine dell'estate.